Descrizione

Dal territorio alla tavola

Nella zona di Luni oltre al vino e all’olio che caratterizzano da secoli il territorio molte sono le specialità e le ricette le cui origini antiche raccontano tradizioni ed abitudini di chi ha vissuto e lasciato il segno.
In occasione di un itinerario alla scoperta di storia, architettura, ambiente dobbiamo necessariamente immergerci nell’enogastronomia per capire al meglio usi e costumi di un popolo così come gli influssi di altre civiltà. Perché ricette e prodotti tipici sono sempre un felice mix di mille culture.

Il Vermentino Colli di Luni Doc è sicuramente tra i prodotti più conosciuti della zona. Stiamo parlando di un vitigno autoctono con caratteristiche uniche. La Doc Colli di Luni risale al 1990 e da allora molti produttori locali hanno investito nella cura e diversificazione del vino.
Grazie ai resti archeologici ed gli archivi storici ben conservati riusciamo oggi a capire le abitudini alimentari dei nostri antenati e a conoscere i piatti tipici di una volta e come sono stati tramandati fino a noi.

L’olio è una presenza importantissima ancora oggi. L’argento degli oliveti colora la vallata e le colline circostanti e caratterizza da sempre la zona. La principale risorsa economica dei borghi collinari secoli fa era rappresentata dalla coltivazione degli uliveti che producevano una notevole quantità di olio, parte del quale veniva esportato per essere barattato con frumento e farina di castagne. Oggi la qualità dell’olio è eccellente grazie alla cura e all’impegno dei produttori locali.

Radicata nell’antichità vi è anche la produzione del formaggio. Lo ricorda lo stesso Marziale che nei suoi epigrammi nomina il “cacio coll’impronta della luna”. Già in epoca romana, infatti, si mescolava il latte di pecora e vacca e si dava vita ad un formaggio eccellente grazie alle erbe odorose e salubri di cui si nutrivano gli animali.

Tra i prodotti e le specialità che si sono tramandati nei secoli c’è il Fugaciòn di San Marco i cui ingredienti comprendono farina di grano, uova, zucchero, mandorle dolci, olio, semi di anice, uva passa o zibibbo, pinoli e sale.

Il dolce classico della festa era la torta di riso, arricchita con uova, burro, zucchero, latte e aromatizzata con semi di finocchio selvatico e un goccio di liquore.

Frumento e granturco secoli fa venivano coltivati in maniera intensiva nella campagna di Luni. Ancora oggi la farina è la base di specialità locali come gli sgabei, i panigaci e i ravioli. Gli sgabei sono larghe strisce di pasta fritte nell’olio bollente da gustare con salumi vari o con contorno di salsiccia e formaggio pecorino. I panigaci invece sono sottili cialde cotte su testi di terracotta e condite con pesto, sugo di pomodoro o olio e formaggio pecorino.

Per quanto riguarda i ravioli, o meglio i“tordei” al sugo, si tratta di sottili fagotti di pasta ripieni con un impasto composto da carne macinata, o salsiccia, uova, formaggio parmigiano e bietole.

L’ipotesi che nella zona intorno a Nicola vi fosse un insediamento ebraico è legata a un piatto che deriva dalla tradizione semita: uno sformato di sedani al forno. Ancora oggi nel borgo di Nicola per la festa di S. Guglielmo si preparano gli “scelleri” al forno. Il piatto si presenta con sedani disposti a strati ripieni di carne, pane grattugiato e uova.

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